Il libro della Tempesta
tratto da William Shakespeare
Piccola opera multimediale per ombre, marionette, proiezioni video
di e con Alessandra Amicarelli
partner che sostengono e accompagnano il percorso di creazione:
Institut International de la Marionnette – Charleville-Mézières (Francia)
La Terra Galleggiante/Teatro del Lavoro di Pinerolo (TO)
(Produzione in corso)
tutor nell’ambito della Residenza presso La Terra Galleggiante _ Damiano Privitera
MOTIVAZIONI
Ho affrontato La Tempesta di Shakespeare vent’anni fa, come tema della tesi di diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano nel corso di scenografia.
La mia tesi s’intitolava “Shakespeare e il teatro di marionette” e metteva in evidenza le varie interpretazioni e i diversi adattamenti in teatro di marionette delle opere di Shakespeare che si sono susseguiti nel tempo.
La tesi si completava con un approfondimento sulla Tempesta, di cui proponevo, allora, un abbozzo di messa in scena e un prototipo di scenografia.
Per quest’occasione costruii le mie prime marionette: erano a fili, in cartapesta, molto delicate e rappresentavano Ariel, Calibano, Miranda.
La scenografia in cartone, costruita con tecniche pop-up, rappresentava in volume il disegno dell’olandese Johanes de Witt del teatro The Swan di Londra, unica testimonianza iconografica pervenutaci dell’architettura interna dei teatri elisabettiani.
Partendo da un grande foglio bianco al suolo, tratteggiavo il disegno del teatro, e piegandolo, davo forma al teatrino in volume. Il piano frontale si ribaltava come un pop-up lasciando emerge nel cerchio l’isola di Prospero. I cambiamenti di scena si compievano girando il piano orizzontale del teatrino, come le pagine di un grande libro.
Con questo stesso teatrino e con le sue piccole marionette, partii pochi mesi dopo l’ottenimento del diploma di scenografia per la Francia, per affrontare il concorso di ammissione presso l’Ecole Supérieure Nationale des Arts de la Marionnette di Charleville-Mézières.
La Tempesta mi portò fortuna, superai il concorso ed ebbi così accesso ai tre anni di formazione che mi rivelarono la vastità delle forme e le possibilità del teatro di marionette, soprattutto in chiave contemporanea.
Desidero tornare a quest’opera per comparare le prime intuizioni con una conoscenza più approfondita del linguaggio, delle tecniche, delle relazioni che il teatro di marionette intesse con l’attore, la scenografia, il pubblico.
Per questo lavoro mi voglio concentrare su un universo in miniatura e sulla sfida dell’assolo.
MODALITA’
Come e perché tradurre il testo in materia visiva, in teatro di oggetti-marionette?
Come e perché trasformare quello che per gli elisabettiani era un teatro che si svolgeva essenzialmente nelle loro menti grazie all’immaginazione vivida che le parole sapevano suscitare, in un teatro visivo fatto di forme concrete, materia che prende vita in scena?
L’idea è di considerare la Tempesta innanzitutto in quanto oggetto-libro in cui un’interprete si immerge in scena: dalla lettura, dall’ascolto del suono delle parole di Shakespeare emerge un ritmo, un respiro vitale che si trasforma battuta dopo battuta in immagini.
Il libro diventa il supporto concreto, materiale, per fare emergere una doppia dimensione: la poesia delle parole e la poesia delle immagini.
“Noi siamo della materia di cui sono fatti i sogni, e la nostra piccola vita è circondata da un sonno”, ci suggerisce Prospero.
Le marionette si muovono come in un sogno, in un intreccio di forze ad esse sconosciuto.
Ombre e immagini proiettate sulle pagine del libro vengono a rinforzare, secondo le scene, la dimensione onirica.
Finito il loro movimento, le marionette tornano ad essere quello che sono: oggetti inerti sospesi fuori dal tempo, tra la vita e la morte; così il sogno che ha creato in scena l’artificio delle emozioni della vita si spezza evocando in filigrana il ritorno della realtà.
Prospero mette in scena tutti gli artifici di cui dispone per raddrizzare il cardine del suo destino arrivando a controllare le forze della natura attraverso un potere magico al cui servizio si piegano spiriti ed esseri a lui sottomessi sull’isola.
Compiuta la sua opera, egli rompe la bacchetta e getta nel mare il suo libro di magia.
Il destino cui vuole tornare è quello del mondo reale, per essere uomo fra gli uomini, libero. Gli artifici, le illusioni, cadono e la pelle del teatro torna ad essere una superficie su cui nessuna traccia visibile resta di ciò che ci ha scosso, restano i ricordi e le emozioni delle esperienze a cui abbiamo assistito.
Spezzati gli incantesimi, vestito solo della sua forza umana, fragile, anziano, un pensiero su tre rivolto alla tomba, nel monologo finale Prospero prega il pubblico di scioglierlo da ogni legame al fine di poter tornare alla sua terra d’origine e non restare nell’isola nuda.
L’ultimo colpo di magia è affidato dunque al potere del pubblico e alla sua responsabilità di spett-attore: rendere reale nel cuore ciò che giunge dal regno dell’immaginazione, dell’illusione, della poesia.
Al centro della scena un libro-teatro-strumento musicale, come un’isola sospesa.
Dalle pagine del libro escono tutti i personaggi realizzati in silhouette e marionette di carta.
Le stesse pagine, piegandosi con varie tecniche di pop-up creano le diverse ambientazioni scenografiche: il mare, i vari scorci dell’isola, i luoghi della memoria come la città di Milano.
La dimensione del libro cresce progressivamente nello spazio: fogli di carta escono dalle pagine innalzandosi sul palco venendo a creare grandi superfici di proiezione per ombre.
Dal punto di vista sonoro, tutta la struttura scenografica è amplificata attraverso microfoni a contatto che permettono di creare in diretta le molteplici sonorità dell’isola.
Le scene delle ”magie” di Prospero messe in atto da Ariel sono trattate in teatro d’ombra come una rappresentazione nella rappresentazione.
Tutti i personaggi, tranne Ariel e Calibano, sono realizzati con marionette a filo che si trasformano all’occorrenza in marionette a presa diretta.
I fili sono trattati plasticamente e in manipolazione per sottolineare i vari gradi di coscienza, la visone spirituale, il carattere e la situazione emotiva di ogni personaggio; sono appesi alla struttura portante del libro-teatro oppure lasciati cadere al suolo, od anche attorcigliati tra loro (come nella follia dei nobili).
Non esiste dunque il controllo classico, il bilancino in legno, e la manipolazione non è convenzionale.
Prospero, Miranda e tutti i nobili non appartengono all’isola, vi sono solo di passaggio: il filo della loro esistenza viene da altrove.
Così, il filo è utilizzato scenograficamente nello spazio per indicare la presenza di quest’altrove.
“E’ un vero labirinto che abbiamo percorso attraverso tanti sentieri dritti o tortuosi”,dice Gonzalo nel terzo atto.
Come tanti fili di Arianna, ogni personaggio svolge i suoi fili senza trovare uscita dal labirinto della coscienza che l’isola rappresenta.
Calibano è una marionetta senza fili: nato sull’isola, sull’isola resterà in seguito alla partenza di tutti i nobili. La sua natura è collegata all’elemento terra, ragione per la quale viene manipolato con una presa diretta molto fisica.
Ariel, spirito etereo, è visibile in ombra nelle scene di magia di Prospero, ma in tutte le altre scene, la sua presenza è percepita soltanto grazie ad un soffio tra le pagine del libro, un leggero tremolio degli elementi scenici in carta, un vento che passa, un bagliore, un canto…
MULTIDISCIPLINARIETA’
La cifra progettuale della Compagnia StultiferaNavis predilige il dialogo tra le tecniche artigianali del teatro di marionette con le tecnologie video, avvalendosi da sempre della collaborazione di Alessandro Palmeri, esperto video multimediale.
Ogni spettacolo della Compagnia è caratterizzato da una ricerca intorno alle possibilità offerte da questo dialogo, attraverso modalità e tecnologie ogni volta diverse che rispondano al senso drammaturgico.
Il concetto d’interazione è stato affrontato interrogando il ruolo del pubblico e la sua responsabilità all’interno dell’atto performativo, in modo da mettere a punto dispositivi scenografici e tecnologici di volta in volta adeguati.
Tutta la ricerca svolta negli anni ha permesso di accumulare una vasta esperienza anche misurando i limiti e le rigidità che a volte la tecnologia impone.
Negli ultimi due anni, la Compagnia si è indirizzata verso la creazione di forme sceniche di piccolo-medio formato, che permettono un ritorno ad una relazione più intima e diretta con il pubblico, privilegiando il formato di assolo in cui il marionettista riesce a manipolare marionette e/o ombre e al tempo stesso controllare tutto il dispositivo tecnologico in modo indipendente e senza l’apporto di tecnici esterni.
In questo caso, per la creazione della Tempesta, si è pensato a un dispositivo leggero, che permetta all’interprete di utilizzare agilmente materiali diversi come gli oggetti scenografici in scena, le marionette a presa diretta, le marionette a filo, le sagome per il teatro d’ombra, le video proiezioni e l’amplificazione sonora live della propria voce.
L’installazione scenografica, come già accennato, ha come punto di partenza un libro-teatrino dalle cui pagine si dispiegano progressivamente nello spazio ambientazioni diverse grazie a varie tecniche di pop-up: tutto nasce dal libro, e tutto ritorna nel libro.
In alcune scene verranno utilizzate delle microproiezioni video mappate sui volumi della scenografia.
La voce della marionettista verrà elaborata live tramite l’utilizzo di software generalmente utilizzati dai vj, quale Ableton-live, in modo da poter creare tutte le ambientazioni sonore dello spettacolo tramite l’uso esclusivo della voce e di pochi piccoli strumenti musicali.
La Compagnia
STULTIFERANAVIS
Alessandra Amicarelli
scenografa, marionettista, regista,
diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e presso l’ Ecole Nationale Supérieure des Arts de la Marionnette di Charleville-Mézières (ESNAM), dove incontra maestri di fama internazionale come:
Margareta Niculescu, Henrik Yurkowski, Alain et Eloi Recoing, Jean-Pierre Lescot, Henk Boerwinkel, Patrick Henniquau, François Lazaro, Frank Soehnle, Roland Fichet, Claire Heggen.
Diplomata presso l’Istituto Internazionale Loris Malagutti di Reggio Emilia in quanto pedagoga artistica in direzione dell’infanzia.
Perfeziona la sua formazione di scenografa grazie a due borse di studio ottenute dall'Istitut International de la Marionnette per seguire i corsi di formazione professionale: La Poétique de l'espace : Théâtre visuel, stage co-diretto da Joseph Svoboda e Leszek Madzik (1997) e La recherche de l'espace dramatique stage diretto da Joseph Svoboda (1998).
Nel 2000 inizia il suo percorso artistico professionale come assistente alla regia e come interprete nello spettacolo Arden/Ardennes, ispirato a Come vi piace di Shakespeare, regia del marionettista newyorkese Roman Paska, nell'ambito del programma di creazione Taxi 2M dell'Institut International de la Marionnette.
Questo spettacolo partecipa al Festival di Avignone, effettua una tournée in Svezia e in Finlandia per il Festival Non stop Puppets Itinerary ed è programmato al Théâtre du Rond Point di Parigi.
Nel 2001, nell'ambito del programma Taxi 2M(IIM) è assistente alla regia di Fabrizio Montecchi nello spettacolo di teatro d'ombre Miracolo a Milano, coproduzione del Teatro Gioco Vita, Piccolo Teatro di Milano, Institut International de la Marionnette.
Sempre nel 2001, è assitente alla costruzione e direttrice di scena nello spettacolo Macbeth per Pupi e Cunto di Mimmo Cuticchio.
Nel 2002 insieme a Julie Linquette fonda in Italia la Compagnia StultiferaNavis, di cui firma come regista e/o scenografa tutte le creazioni, mentre Julie scrive i testi di tutti gli spettacoli.
Negli anni, la Compagnia ottiene per gli spettacoli creati sostegno da importanti istituzioni culturali e da teatri di più paesi d’Europa (Italia, Francia, Lussemburgo, Romania).
Nel 2008 lo spettacolo Visioni contemporanee della marionetta riceve il premio Dogmar per la regia e la drammaturgia dal Festival Internazionale Immagini dell’Interno di Pinerolo.
Nel 2009 la Compagnia StultiferaNavis si trasferisce a Charleville-Mézières dove dal 2014 gestisce un proprio spazio con una programmazione aperta al pubblico, laboratori, mostre.
Negli spettacoli creati, Alessandra porta un'attenzione tutta particolare alla scrittura di forme sceniche sperimentali e al ruolo dello spettatore all'interno del dispositivo performativo. Fin dai suoi primi lavori, predilige la ricerca intorno al dialogo tra le tecniche artigianali delle arti della marionetta e del teatro d'ombre e il potenziale delle nuove tecnologie, in particolare dell'immagine video (manipolazione di immagini in scena), sempre con il desiderio di fare emergere l'aspetto più poetico di questo incontro.
Prolungando la sua ricerca oltre l'ambito puramente teatrale realizza delle installazioni e delle scenografie immersive in ambito urbano e in contesti specifici.
In quanto formatrice conduce regolarmente laboratori e formazioni professionali in Italia e in Francia.
In Italia ha diretto delle formazioni professionali ai mestieri della scenografia presso la popolazione carceraria, in Francia dal 2008 al 2011 ha diretto l'atelier permanente Théâtre de marionnettes, de la construction à la représentation presso la Maison d’Arrêt di Charleville-Mézières.
Nel 2011 ha diretto uno dei capitoli della formazione Les Arts de la Marionnette et l’Espace Urbain, progetto organizzato dalla Maison du Geste et de l'Image di Parigi in collaborazione con i teatri Compagnonnage Marionnette d'Ile de France e in partenariato con la Maison des Pratiques Artistiques Amateurs, il Théâtre de la Marionnette à Paris, l'Institut International de la Marionnette / Ecole Nationale Supérieure des Arts de la Marionnette, Théâtre de la Marionnette et des Arts Associés (THEMAA), l'Association Nationale de Recherche et d'Action Théâtrale (ANRAT), il Festival mondial des Théâtres de Marionnettes de Charleville Mézières, il Centre Régional de Documentation Pédagogique de Lyon (pôle théâtre).
Nel 2012 ha diretto la formazione professionale organizzata da EQL/Marionnettissimo : Arts marionnettiques et arts numériques : manipuler l'espace? formazione convenzionata con l' AFDAS. Lo scopo di questa formazione è stato di sensibilizzare alla manipolazione della marionetta a presa diretta nell'interazione con uno spazio scenografico che evolve grazie all'immagine video proiettata.
Dal 2010 al 2013 Alessandra è stata artista sostenuta dal Théâtre aux Mains Nues diretto da Eloi Recoing e artista in residenza presso la Maison du Geste et de l’image di Parigi nell’ambito del progetto Marion’Halles.
Nel 2014 è selezionata come artista marionettista per il vasto progetto-residenza artistica Qu(ART)ier a Lille, finanziata dal Ministero della Cultura Francese DRAC Nord Pas de Calais e da Ville de Lille.