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martedì 9 febbraio Carla Carucci

Carla Carucci
Ragazza seria conoscerebbe
uomo solo max70enne
di e con Carla Carucci


Ragazza seria conoscerebbe uomo solo max 70enne
“35enne, romantico che guarda dentro le persone, aspetta di finire tra le braccia di una donna capace di sorprenderlo. Desidero un futuro insieme. Astenersi rumene e perditempo.” Questa la speranza di Rosi: un amore per la vita. Ma lui, Raimondo, non arriverà mai ed entrerà a far parte della lunga lista degli appuntamenti al buio ai quali nessuno mai si è presentato. Rosi sprofonderà nella tristezza, ma troverà il modo di sublimarla vendicandosi sui ritagli degli annunci matrimoniali conservati per anni nella sua inseparabile borsetta, scoprendo che…
Un sorprendente finale ridarà a Rosi la speranza nella vita e nell’amore. Ma per quanto tempo?

Ispirandomi a zio Buster utilizzo le tecniche del clown teatrale e dell’object trouvèe inciampando in una comicità d’altri tempi. Sulla mia formazione posso solo dire che, dopo aver assaggiato numerosi generi e modi di far teatro con registi conosciuti e sconosciuti - Marco Martinelli, Marco Baliani, Enrique Vargas, Massimiliano Martines e ancora qualcun altro - sono caduta nel mondo del clown. I miei maestri sono Jean Mening, Ian Algie, Pierre Byland, Philip Radice e soprattutto Buster Keaton, Charlie Chaplin e i Fratelli Marx. Adesso vivo a Torino e mi guadagno il pane lavorando in strada e portando in giro il mio spettacolo.

“Dimenticate i Monologhi della vagina, dimenticate Giorni felici, la nuova frontiera del teatro al femminile si chiama Ragazza seria conoscerebbe uomo solo max 70enne, Carla Carucci è riuscita nella difficile impresa di indagare la moderna condizione femminile con garbo e semplicità, parlando di solitudine e squallore senza scivolare nel patetico, facendo ridere e sorridere. (Marco Bianchini)
“Era da tempo che non si vedeva a teatro una rappresentazione così efficace dell’animo femminile, Carla Carucci riesce là dove molti hanno fallito, mostrandoci una donna moderna lontano dagli stereotipi e dai pregiudizi.” (Umberto Eco)
“Se la mia opera prima fosse stata anche lontanamente assimilabile a Ragazza seria conoscerebbe uomo solo max 70 enne avrei ottenuto il Nobel molto prima.” (Harold Pinter)
“È stata dura ottenere la parte ma finalmente potrò cimentarmi con un personaggio alla mia altezza, non vedo l’ora di portarlo in scena, mi dicono che la traduzione inglese è quasi pronta.” (Nicole Kidman)
“Carla Carucci l’ho fatta io!” (Dio)

martedì 16 febbraio Giorgia Goldini

Giorgia Goldini
Troppe donne in una
di e con Giorgia Goldini



Troppe donne in una

Gli uomini dicono 7.000 parole al giorno. Le donne 20.000. E se in una donna sola ce ne fossero sei? Troppe. E se avessero un palcoscenico a disposizione per parlare di loro? Aiuto. Giorgia Goldini in un´ora di spettacolo è sei donne diverse, una dopo l´altra. Ognuna con il suo campionario di ansie imbarazzanti, insicurezze spavalde, assurdità normali. Ognuna il suo modo di legarsi i capelli, sbagliare i tempi verbali, sopravvivere a se stessa (e alle rughe). Troppo ansiosa, troppo permalosa, troppo fragile, troppo enfatica, troppo sfacciata, troppo bella. Troppi tic, troppi medicinali, troppi anelli,troppo scotch. "Oddio ma cosa fa con lo scotch?" E poi "fine".
Troppe. Peccato che non ce ne sia ancora una.

Lo spettacolo ha debuttato nel 2005 al Teatro della Caduta, che ha scelto di promuoverlo per la stagione 2006-07 con numerose repliche (sala sempre esaurita) e per la distribuzione. Inoltre è stato presentato nel 2007 al Circolo dei Lettori di Torino e alla rassegna Valenza Alchemica - Teatro Regionale Alessandrino.
Spettacolo vincitore del primo premio alla Rassegna “ARCH’INCONTRA idee in movimento” di Ottobi (Torino - aprile 2006) categoria “Miglior spettacolo”
Ha partecipato nel 2009 a Potpourrì, rassegna di teatro comico organizzato da Philip Radice, Torino.

martedì 23 febbraio Bottega Bottoni

Bottega Bottoni
A chi tocca
testo di Filippo Chiello
regia di Aidi Tamburrino
scenografie di Catherine Chanoux
con Gabriele Chiavarra, Yuri Ferrero, Giorgia Goldini, Marco Mazza



A chi tocca

Lo spettacolo teatrale, propone il tema dell'emarginazione come una condizione esistenziale che ci riguarda da vicino.
Il punto di vista è dunque capovolto.
Tra lirismi, attese, non sense, battute comiche e sangue, i quattro personaggi di “ A chi tocca?”(emigranti, pazzi, rifugiati politici, emarginati, morti? Non lo sapremo mai con certezza) ci insegnano che quando il
fuori fa paura è lo specchio di un fuori che abbiamo dentro.

Bottega Bottoni non delude e ci propone un' idea non convenzionale che porta quattro attori a confrontarsi con un testo impegnativo, che si muove tra l'assurdo e l'esistenzialismo passionale, e con una regia che li fissa in pose quasi immobili e gesti “stranianti”. La danza ha spazi definiti ed é usata come linguaggio “altro” che rende esplicito l’intuibile non detto.

In scena Gabriele Ciavarra, Yuri Ferrero, Giorgia Goldini, Marco Mazza.
Il testo è di Filippo Chiello, la regia è di Aidi Tamburrino. Scenografie Catherine Chanoux. Luci Agostino Nardella.
Produzione Bottega Bottoni.

martedì 2 marzo Dario Benedetto

Dario Benedetto
Taxi Love, uomo parzialmente
scremato for women
di e con Dario Benedetto



Taxi Love - Uomo parzialmente scremato for women

“Quello che voglio sapere è se posso dire al tassista di andare esattamente dove voglio io, facendo la traiettoria panoramica.
Se posso essere in grado di essere pronto, lucido, di far partire la freccia, di prendere io il volante.
Se esiste una scuola specializzata, un corso di formazione pagato dalla regione, un manuale che le donne posseggono già e persino in formato bignami, se c’è una formula chimica che rischi di far saltare in aria il laboratorio.
Perché il mio problema è che penso troppo.
E ti assicuro, questo mi fa perdere la bellezza dell’incontro.
Filosofeggio troppo, faccio letteratura al passato benché mi trovi nel presente, ma sono anche capace di essere combattivo, tagliente come una spada affilata.
È per questo che mi chiamano Siddartagnan.
Quindi ti chiedo, sei disposto ad aiutarmi?”.
“L’immaginazione non è una via di fuga, ma il luogo che tutti vogliamo raggiungere.”
Esordisce esattamente così il fabbro venuto a riparare la serratura di casa mia.
“Ma ciò che devi riparare, mi dice, non è tanto la porta, ma lo spioncino.
E me lo direziona in un punto che a farci i calcoli tutta la vita non ci sarei mai giunto”.
Semplice, era solo il punto di vista.
Sette avvenimenti, sette storie realmente accadute ma che per la loro delicatezza non hanno avuto
spazio sui giornali.
Eppure i deliziosi errori esistono, non è così facile essere uomini interi.
Tutte storie dedicate, ispirate, rese disperate e felici dalle donne.
Siddartagnan è un uomo che vive di un male contemporaneo, la ricerca della perfezione.
Assuefatto dai modelli cinematografici, dalla corsa alla felicità obbligatoria, cade nel tranello di fare “come si dovrebbe fare”.
Ma esiste “Taxi Love” la metafora dell’accompagnamento in un posto che scegli il cliente.
Tanto ,chi guida , sa perfettamente la strada.
Ognuno di loro avrà un passaggio, ognuno di loro pagherà quello che dice il tassametro.
Bisogna solo capire qual è l’indirizzo esatto della destinazione.


Dario Benedetto, insieme a Gianni Denitto, Martino Cipriani e Marco Amato fonda “I Torcigatti “ alla fine del 2005. Tutto è autorale, dal testo alla musica rigorosamente live sul palco. Lo spettacolo "non c'è musica in Finlandia" recensito ottimamente da critica e pubblico, è basato sulla vera storia del film "Gola Profonda" del 1972, primo film a luci rosse proiettato su schermo pubblico. La vicenda diventa ironica e surreale con il racconto della vita di Thomas Turbato, concepito il giorno di uscita del film. la musica prende la stessa linea del racconto, protagonista in scena con acrobatiche comicità strumentali. Le luci disegnano il ritmo e l'atmosfera, sempre molto raffinata e suggestiva. Scelto tra i migliori al Festival di Rigenerazione 2007, replicato in tutto il nord Italia con successo. La compagnia ha realizzato 5 co.regie nel progetto "Il Novecento attraverso gli slogan", Piccolo Regio di Torino 2006, realizzando e scrivendo "Monsignora guardi ben che sia fatto di moplen" e "Non avrai altri jeans all'infuori di me" con Morgan (marco Castoldi). È poi la volta di "Troppa Polvere su Marte" , spettacolo basato sulla incredibile vita del fonadtore IKEA, Ingvar Kamprad, con le sue invenzioni di design democratico. Alle musiche, questa volta, Simone Arlorio. Lo spettacolo ha debuttato presso il Circolo dei lettori di Torino nel marzo 2008, con consensi anche di forte presenza di pubblico. Lo stile rimane quello surreale , diligentemente ironico e musicale. In “Uomo parzialmente scremato”, lo spettacolo da cui prende le mosse “Taxi Love”, sette avvenimenti, sette storie realmente accadute ma che per la loro delicatezza non hanno avuto spazio sui giornali. Eppure i deliziosi errori esistono, non è così facile essere uomini interi.

martedì 9 marzo I Vicini di Peppino

I Vicini di Peppino
Poppy
di e con Chiara Vallini e Camilla Barbarito



“I vicini di Peppino” è un gruppo teatrale con velleità pop che ricerca nelle aree del gesto e della vocalità per dare vita ad una sorta di espressionismo proprio ed interculturale (nel senso più ampio del termine). La compagnia si è formata all’inizio del 2004 attorno all’esigenza di coltivare un percorso il più possibile personale, autonomo e contemporaneo che ri-inietti di senso il lavoro dell’attore che spinge e dilata il proprio segno verso i territori della caratterizzazione, della maschera e del grottesco lontano però dai rischi del manierismo accademico. L’amore per la contraffazione che marca quindi svela: il bisogno di parlare della realtà lasciandosi abitare da entità che costruiscano esse stesse un’organicità drammaturgica; il rifiuto di quella attitudine che riduce il teatro ad un autocompiaciuto racconto di un Sè troppo spesso gonfio quando non bolso. Con il loro primo lavoro (“Studio per trio e tavola imbandita”) sono stati selezionati per la XII edizione della Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo di Napoli (giuria presieduta da Giulia Basel) ed hanno preso parte alla V edizione del Festival Teatro Europeo diretto da Beppe Navello a Torino. Con “Poppy”, Premio Godot della Biennale dell'Assurdo (Mercurdo in collaborazione con Ert dott. Pietro Valenti)hanno partecipato al Festival Torino Contemporanea, alla Prima e seconda edizione della rassegna Rigenerazione, organizzata dal Teatro Stabile di Torino per far luce sulle giovani realtà teatrali piemontesi,ricevendone una segnalazione speciale dell’osservatorio critico; al festival Voci e Silenzi del Comune di Verona presso il Teatro Camploy, e sono programmati per il 2010 al Teatro delle Passioni di Modena. Sono stati inoltre ospitati presso lo spazio-laboratorio delle Fonderie Limone di Moncalieri dal Laboratorio Permanente di Ricerca sull’attore di Domenico Castaldo. Con "Tuorli" hanno partecipato a Marginalia del Teatro Espace di Torino, alla rassegna Atto III diretta da Simone Azzoni presso il Teatro Filippini di Verona, al Festival della Performance di Pescara alla prima edizione del Festival Internazionale Teatrale di Essaouira in Marocco diretto da Lucia Falco e al Festival Temporanea diretto da Beppe Rosso. e parteciperanno al Festival del Ticino diretto da Eugenio DeMello e al Festival Giardino delle Esperidi di Campsirago diretto da Scarlattine Teatro. Il nuovo lavoro 'Sinfonia per aspirapolvere e orchestra'è infine stato sostenuto dal Sistema Teatro Torino. Hanno ottenuto un finanziamento dall’Assessorato Politiche per l’ Integrazione insieme al Progetto Rigenerazione Urbana della Città di Torino per svolgere un percorso teatrale insieme alla comunità Rom del campo di Via Germagnano. Camilla ha vinto la prima edizione del Premio Scenario per l’Infanzia firmando la regia dello spettacolo Giuditta con Samir Oursana.


martedì 16 marzo aparte (teatro)

aparte (teatro)
Letteratura
di A. Schnitzler con N. Chiri, B. Depetris e G. Formicola



Letteratura

Letteratura (Arthur Schnitzler, 1901, dal quartetto di atti unici "Ore vive") si presenta nella forma di commedia-dramma fin de siècle: il solito triangolo uomo-donna-uomo, però particolare, singolare. Non si tratta di un adulterio, semmai del sospetto che una passata, quindi conclusa, relazione sentimentale-erotica-intellettuale getta sul decoro, sull’apparenza di decoro e rispettabilità, di una nuova relazione sentimentale in profumo di sponsali.
Una donna, Margarete, divorziata, in attesa di convolare a nuove nozze con un rampollo dell’aristocrazia asburgica, Klemens, dedito ai cavalli, alle corse dei cavalli in qualità di fantino e alle scommesse, comunica al fidanzato di aver scritto e pubblicato un romanzo sulla sua esperienza d’amore con un bohémien di Monaco di Baviera, dove si era recata dopo il divorzio, conducendo un’esistenza di sesso e poesia in un circolo letterario della città tedesca. La notizia provoca sdegno e ira in Klemens, secondo il pregiudizio che l’artista descriva quanto vissuto, sia perciò immorale e inverecondo, perché rivela al pubblico quanto dovrebbe essere taciuto. Klemens abbandona così la fidanzata. La successiva visita improvvisa del bohémien, Gilbert, uomo fatuo e vanesio, giunto a trovare l’antica fiamma per donarle il suo ultimo romanzo, la copia esatta di quello scritto da Margarete, apre scenari comici e drammatici fino all’esito a sorpresa.
L’apparenza di commedia-dramma “borghese” rivela momenti comici, brillanti, secondo il modello di Oscar Wilde; tratti da variété, locuzioni da “romanzo rosa”, soliloqui femminili sul modello di Ibsen, dialoghi stretti e veloci che diverranno la base tecnico-espositiva del “teatro dell’assurdo”: insomma una gamma complessa di stili recitativi volti a rendere la banalità dei personaggi, la loro inconsistenza morale e intellettuale. Essi assumono le fattezze di maschere, rese con un trucco circense, le movenze di burattini, accentuate da ampie gestualità, dal compiacimento del gesto prima della battuta, le espressioni di “cadaveri” nella ridondanza di contro-scene, all’interno di un apparato scenico astratto-espressionista, a sghimbescio, per rendere il “vuoto” del loro “demone”.
La risultante è comica, drammatica, tragica nel finale a sorpresa: si tratta della “morte” dell’uomo in spasimi da burattino, del suo defungere quando il fare artistico si confonde con la vita. La vita come arte, l’arte come la vita significa la morte dell’arte, quindi dell’umanità.


Arthur Schnitzler, scrittore, drammaturgo e medico, nato a Vienna nel 1862, scomparso nel 1931.
L'interesse per l'interiorità psicologica dei personaggi lo porta ad usare l'artificio narrativo del monologo interiore, attirandogli l'ammirazione di Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi.
La sua prima opera è del 1888: l'atto unico L'avventura della sua vita, a cui seguiranno Amoretto (1895), Girotondo (1903), Intermezzo (1905). Dalla novella Doppio sogno (1926) Stanley Kubrick trae il film Eyes Wide Shut (1999).

(aparte)teatro è il progetto teatrale di attori con un’esperienza ventennale in varie compagnie semiprofessionali. La formazione del nucleo del gruppo è iniziata con il corso triennale del Teatro Nuovo di Torino ed è proseguita negli anni attraverso vari stage di aggiornamento con attori provenienti dalla scuola parigina di Lecoq. Attivi in gruppi locali e di Torino, con un repertorio che va dalla commedia classica di Machiavelli a Goldoni, da Shakespeare a Cechov, dal dramma borghese a Ionesco, nei teatri del nord Italia e la partecipazione a rassegne nazionali e internazionali.
Nadia Chiri ha affrontato un ampio arco di registri interpretativi, dal drammatico al comico, in personaggi dalla forte personalità; recentemente ha partecipato a spettacoli itineranti in collaborazione col Teatro delle Dieci di Torino.
Bruno Depetris è stato premiato come migliore attore caratterista nel ruolo di Nicia della Mandragola di Machiavelli al 15° Festival Nazionale della prosa amatoriale di Schio (Vicenza) nel 1997, ed ha partecipato al Festival Internazionale "Planeta Cehov" con l'atto unico "L'Orso" di Cechov (regia di Luca Ghibaudi) a Chisinau, Repubblica Moldava nel 2004.
Gerardo Formicola ha al suo attivo esperienze nel cinema, nel teatro e nel cabaret, dalla commedia classica all’operetta.
Luca Ghibaudi ha dato la propria impronta registica a molti spettacoli, affrontando vari stili interpretativi: dalla maschera al realismo, dalla tragedia alla commedia dell'arte. Pur avendo il massimo rispetto per il testo il suo intento è sempre quello di renderlo attuale, riuscendo a conciliare la necessaria godibilità per il pubblico con la fedeltà alla visione degli autori.