Vincent Harisdo
SINFONIA DELLA SOLITUDINE
di e con Vincent Harisdo
danza africana e contemporanea
musica dal vivo di Emerson Aguidissou
SINFONIA DELLA SOLITUDINE
di e con Vincent Harisdo
danza africana e contemporanea
musica dal vivo di Emerson Aguidissou
In “Sinfonia della solitudine” Vincent Harisdo pone l’individuo al centro e lo rapporta al paradosso della solitudine.
Cerca di oltrepassare la realtà dei giochi di ruolo per rivelare, al di là delle apparenze del personaggio, l’intensità dell’essere.
Si tratta quindi di riconquistare l’asse e la verticalità nello stesso momento in cui l’incomprensibile e l’invisibile sono la matrice di questo solo.
Mettere in discussione costumi, morale e abitudini, ma anche trovare un’altra lingua per attraversare questo spazio che contemporaneamente separa e riunisce.
Vincent Harisdo, in questa pièce, parla del mondo attuale, o piuttosto del modo in cui questo mondo ci isola, depriva e reclude Questo mondo che amiamo e detestiamo, che ci attira, ci respinge e ci affascina sopra ogni cosa.
quello che possiamo vedere
Una panchina che apre tutte le possibilità e che ci invita alla condivisione della solitudine.
Lo spazio vuoto del palcoscenico si trasforma in luogo propizio alla riflessione. Portatore della propria storia individuale, diviene, suo malgrado, l’autore di una avventura collettiva.
In modo accidentale o desiderato, aleatorio o concordato, visi, figure e incontri si moltiplicano.
A partire dalla diversità degli individui, “Sinfonia della solitudine” entra gradualmente in una discussione di corpi simbolici.
Cerca di oltrepassare la realtà dei giochi di ruolo per rivelare, al di là delle apparenze del personaggio, l’intensità dell’essere.
Si tratta quindi di riconquistare l’asse e la verticalità nello stesso momento in cui l’incomprensibile e l’invisibile sono la matrice di questo solo.
Mettere in discussione costumi, morale e abitudini, ma anche trovare un’altra lingua per attraversare questo spazio che contemporaneamente separa e riunisce.
Vincent Harisdo, in questa pièce, parla del mondo attuale, o piuttosto del modo in cui questo mondo ci isola, depriva e reclude Questo mondo che amiamo e detestiamo, che ci attira, ci respinge e ci affascina sopra ogni cosa.
quello che possiamo vedere
Una panchina che apre tutte le possibilità e che ci invita alla condivisione della solitudine.
Lo spazio vuoto del palcoscenico si trasforma in luogo propizio alla riflessione. Portatore della propria storia individuale, diviene, suo malgrado, l’autore di una avventura collettiva.
In modo accidentale o desiderato, aleatorio o concordato, visi, figure e incontri si moltiplicano.
A partire dalla diversità degli individui, “Sinfonia della solitudine” entra gradualmente in una discussione di corpi simbolici.
Vincent Harisdo
Rigueur, Intensité, Partage, Emotion.
Il suo stile epurato è in perfetta armonia con i suoi sentimenti.
Originario del Benin, la sua danza fatta d’istinto è l’espressione sempre in evoluzione delle sue radici animiste e dei suoi impulsi più profondi.
Il suo lavoro si distingue dalle tendenze attuali: la gestualità sviluppata non risponde a una moda, ma si basa su una ricerca contemporanea del tradizionale che gli appartiene.
Dopo la formazione multidisciplinare presso l'Accademia di Danza a Parigi Centre è con Alvin Mc Duffy che scopre il principio umanista della danza. Assistente e poi collaboratore di Koffi Koko, fa dialogare, unisce la danza e il sacro.
Ballerino e coreografo, ha firmato: Révolte de Khorépha, Offrande, Sacrifice, Messe pour le temps présent per il Festival Panafricain (Rwanda), e coreografato Cosmogonie con Isabelle Cheveau (Mudra de Maurice Béjart).
Ha danzato con Susana Ryes (Ecuador) Porto Rodrigues (Messico), Gruppo del Corpo (Colombia), Julie Adami (Guyana), ballato e coreografato Il segreto del festival di Oshun Vanguard (Messico) e Sinfonia per Oshun (Italia - Germania) e il solo “Volti e figure”
Rigueur, Intensité, Partage, Emotion.
Il suo stile epurato è in perfetta armonia con i suoi sentimenti.
Originario del Benin, la sua danza fatta d’istinto è l’espressione sempre in evoluzione delle sue radici animiste e dei suoi impulsi più profondi.
Il suo lavoro si distingue dalle tendenze attuali: la gestualità sviluppata non risponde a una moda, ma si basa su una ricerca contemporanea del tradizionale che gli appartiene.
Dopo la formazione multidisciplinare presso l'Accademia di Danza a Parigi Centre è con Alvin Mc Duffy che scopre il principio umanista della danza. Assistente e poi collaboratore di Koffi Koko, fa dialogare, unisce la danza e il sacro.
Ballerino e coreografo, ha firmato: Révolte de Khorépha, Offrande, Sacrifice, Messe pour le temps présent per il Festival Panafricain (Rwanda), e coreografato Cosmogonie con Isabelle Cheveau (Mudra de Maurice Béjart).
Ha danzato con Susana Ryes (Ecuador) Porto Rodrigues (Messico), Gruppo del Corpo (Colombia), Julie Adami (Guyana), ballato e coreografato Il segreto del festival di Oshun Vanguard (Messico) e Sinfonia per Oshun (Italia - Germania) e il solo “Volti e figure”
http://www.harisdo.com/