Quilibri
musica contemporanea improvvisata

Andrea Ayassot sassofono
Riccardo Giovinetto
elettronica
Claudio Riaudo
percussioni
venerdì 21 novembre ore 21
biglietto 8€, under diciotto 6€
prenotazione on line
Stacks Image 1884
I repertori di Quilibrì usano delle strutture melodiche prese dalla tradizione dei raga indiani, oppure ordinano i suoni per via degli intervalli, lasciando eventualmente svanire la gravità tonale.
I rapporti di frequenza fra le note corrispondono a quelli fra le pulsazioni nelle poliritmie, scoprendo così la relazione di ogni intervallo melodico con altrettanti mondi ritmici.
Il timbro diventa un parametro importante nelle tessiture di campioni elaborati, suoni e rumori digitali, e mantiene la relazione melodica impiegando dei ‘pianoforti elettrici preparati’.
Claudio 
Attratto da suoni e rumori di materia che mi dà piacevole riscontro nell' essere percossa, ho “rubato” frammenti di ritmi e tecniche di studio da culture musicali di diversi paesi tra i quali India del nord e sud, Africa (Burkina Faso -Senegal ), Cuba.
Mi piacerebbe ne risultasse un vocabolario che, pur personale e riconoscibile, rimanga disponibile ai linguaggi degli altri.
Ayace
Mi sono avvicinato un poco alla musica contemporanea , per via degli studi classici, ma parallelamente e poi in seguito le musiche improvvisate sono risultate più attraenti. In questo campo molte tecniche e stili sono noti e appartengono al jazz afro-americano, poi euro-americano, ormai globale; ma molte cose interessanti ci hanno potuto raggiungere attraverso meno frequentate tradizioni, come nel caso macroscopico della musica indostana.
Impiegando quanto più possibile di quello che riusciamo a comprendere delle esperienze passate, credo che la musica voglia continuamente ritrovare e riaccorgersi del proprio senso di attività umana; questo pare aver attraversato le culture di ogni dove, più essenziale di qualunque ‘forma’ di tradizione.
Riccardo
Sassofonista, fisico specializzato in analisi timbrica, acustica architettonica e ambientale, costruisce il proprio percorso artistico a partire da una profonda ricerca nella caratteristica più personale del suono: il timbro. La formazione scientifica da un lato e quella musicale di matrice afroamericana dall’altro, lo portano a intrecciare ambiti artistici eterogenei sviluppando un grande interesse nei confronti di performances che possano coinvolgere lo spettatore anche attraverso i linguaggi del teatro e del video. L’utilizzo di strumentazioni elettroniche gli permette di ampliare ancora la ricerca timbrica  oltre che l’interazione con il video e il soundscape, e risulta in sintonia con la necessità di perlustrare ambiti musicali e concettuali di confine.